giovedì 11 giugno 2015

PASSARE ALLA FIBRA OTTICA SENZA VENIRE TRITURATI DAI DISSERVIZI

" VOGLIO PASSARE ALLA FIBRA, COSA DEVO FARE? "


Chi usa molto internet e naviga in ADSL oppure anche in rete mobile (smartphone, tablet, chiavetta) questa domanda, prima o poi, se l’è fatta o se la farà.

E non è una domanda banale. Tutt’altro. In un mercato massacrato da operatori senza scrupoli che hanno maltrattato la clientela con promesse non sempre mantenute e disservizi vari prevale, purtroppo una filosofia, giusta se vogliamo, ma tutta italiana:

“rimani dove sei perché se cambi hai problemi!”

Allergici come siamo al libero mercato facciamo però il gioco di chi specula sui timori delle persone per congelare tariffe esose che appartengono al passato. Tariffe che possono arrivare ad essere, talvolta, quasi il doppio di quello che potrebbero offrire compagnie concorrenti a parità di configurazione e di livello di servizio. Addirittura dalla stessa compagnia che nel frattempo ha aggiornato al ribasso i vecchi listini!

Non lo dico per alimentare una facile e, troppo scontata, polemica a favore degli operatori della telefonia. Ma ogni giorno mi trovo ad analizzare alcune bollette che, letteralmente, insultano chi le riceve.

Non a caso molti utenti si rifiutano subito di mostrarle (“ce le ha tutte il mio commercialista…”) perché il cliente sì, ok, avrà sempre ragione, ma non ammette la sconfitta neanche se lo ammazzi. E parlo di casi in cui il maggior prezzo non è affatto giustificato da una maggior qualità del servizio (sì, vabbè, questo è opinabile, ma fino ad un certo punto eh…).


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In fin dei conti i tanto bistrattati call-center outbound fanno un’opera benefica quando cercano di persuadere l’utente a cambiare operatore per risparmiare.

Non è una leggenda metropolitana. Spesso e volentieri hanno maledettamente ragione: a cambiare si risparmia e anche molto, anche se non sempre. Quello che può dare fastidio è che la stessa compagnia può chiamarti anche 30 volte alla settimana (mentre stavo scrivendo è arrivata la trentesima di quello che comincia per “F”, quindi so di cosa sto parlando, non sono scemo e non vivo su Marte, beninteso…). E su questo non ci piove…

Ho toccato un tasto dolente, lo so, lo so già. Quindi parlare di call-center, sia inbound che outbound, significa muoversi in terreno toppo scivoloso e troppo impopolare. Scartato!

Tornando al focus della questione se noi soggetti autonomi e liberi pensatori abbiamo deciso di cambiare perché abbiamo la sensazione che con questa benedetta FIBRA OTTICA sia arrivato, finalmente, il momento di cambiare… cosa dobbiamo fare?

Una strada sarebbe appunto quella di attendere la chiamata anzidetta per cominciare a cambiare strategia con la gioia della ragazzetta che indossa la cuffietta.  Invece che dire, sbruffando “non mi interessa!” e chiudere la chiamata possiamo cominciare ad ascoltare la sua voce suadente e farci guidare dal suo “script” pre-impostato per arrivare a sottoscrivere un contratto “vocale”.

No, no, no ho già capito. Scartiamo anche questa strada, l’ho appena detto poc'anzi. Mi sto ripetendo inutilmente, vero?

Anche perché quando riceviamo queste telefonate è quasi sicuro che non siamo affatto ricettivi in quel momento. Non abbiamo tempo, siamo presi, non ce lo aspettavamo. Magari ci ha chiamato proprio l’operatore che non tratta la FIBRA. E poi ci sono troppe controindicazioni (per esempio: a chi mi rivolgo per essere aggiornato passo passo sulla procedura di attivazione? Parlerò con la stessa persona in caso di bisogno? Quello che ci siamo detti verrà messo per iscritto? A chi chiedo se ho bisogno di altre informazioni?)

I clienti più audaci e intraprendenti scelgono la strada di richiedere l’attivazione on-line oppure di  chiamare direttamente l’operatore che ha, spesso, un numero dedicato per chiedere quali offerte ci sono in questo momento.
Certo è una strada percorribile, soprattutto per chi non vuole sentirsi facile preda di telefoniste, consulenti, venditori.

Sovente, infatti, mi capita di sentire dire frasi di questo tipo:

Non mi fido dei venditori. Il contratto lo richiedo io. Non faccio venire nessuno perché tanto ti fregano sempre. Mi informo su internet e poi li contatto io, se ho bisogno. Con ‘sta ‘ggente è meglio non avere a che fare.”

Certo, il venditore di telefonia, mediamente, non brilla per affidabilità ma quasi tutti si dimenticano che questo soggetto deve combattere con una realtà più grossa di lui. Senza parlare della burocrazia che ruota intorno ad ogni pratica.

Risultati immagini per venditore

I soggetti che gestiscono una pratica di attivazione, magari con portabilità del numero pre-esistente, sono tanti e diversificati. Spesso in concorrenza. Non di rado il tecnico Telecom (ora TIM) interviene anche per le aziende concorrenti a fare le prime verifiche e/o a intervenire in caso di guasto. Ma spesso deve lavorare per una azienda che non gli dà direttamente da mangiare. Anche se, beninteso,  non è che lo fa aggratis ma se il cliente rimane isolato e senza linea non è che questo personaggio si ammazza di lavoro per risolvere la situazione. Anzi.

Se qualcosa tecnicamente va storto ci sarà poi qualcuno che remerà contro. Ve lo garantisco perché è statisticamente dimostrato che da un piccolo problema può partire una escalation di malintesi che può portare l'utente a rimanere senza linea, e nei casi più estremi, a perdere il numero (sì, succede di rado, ma è successo!).

E il povero consulente, che non è un tecnico perché, di solito, non gira con la borsa degli attrezzi, sarà l'unico a metterci la faccia. Ma il cliente se ne infischia bellamente. Si ricorderà solo di lui e della sua presunta incompetenza. E ne parlerà male per il resto della sua vita.

In breve è opinione diffusa, molto diffusa, che il contratto è meglio farlo senza venditore (o consulente che dir si voglia), seguendo una sorta di privilegiato “canale diretto” che bypassa gli omini con la valigetta e la parlantina sciolta. Può darsi. Ma se qualcosa va storto a chi vi rivolgete?

Che domande!

Al call-center dell’assistenza per i nuovi clienti! Se pensate di aver fatto la cosa giusta… allora auguri! Secondo me siete punto e a capo. Cornuti e mazziati. Vi hanno fatto fessi e contenti (come dice ogni tanto la mia mamma…).


C’è però ancora una opzione che molti non prendono mai in considerazione:

il negozio.


Sì, perché i negozi di telefonia specializzati (meglio il monomarca che è più specifico e competente) non vendono solo telefonini e attivazioni per le sim voce ma anche CONTRATTI DI TELEFONIA FISSA.

E per la FIBRA sono, in genere, molto preparati perché le aziende hanno investito milioni in questa tecnologia e la stanno spingendo in tutti i modi, incentivando il personale a proporla con determinazione. Vista la qualità del prodotto chi la vende sa benissimo che l’assistenza post-vendita sarà molto meno problematica. Prodotto valido uguale meno assistenza, insomma. Ci guadagna chi compra e chi vende.

Se sono bene organizzati  questi “store” forniscono anche assistenza di buon livello, per esempio sostituendo e/o riparando il modem-router. E comunque il negozio è un luogo fisico con persone in carne ed ossa che, di solito, non scappano di fronte ai problemi, non si negano al telefono, non fanno cadere la linea se il cliente è incavolato e soprattutto... non vengono a disturbarvi in casa vostra! Meglio di così…

La scelta, beninteso, è ottima sia per i privati che per le partite IVA.



Per chi abita a Torino e dintorni ecco cosa consiglio:
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Vodafone Store P.zza Statuto
piazza Statuto, 20 - 10122 TORINO
Tel. +39 011 4360454
 orario di apertura
lunedì  15-19
martedì – venerdì  10-19
sabato  10-13 e 15-19
- consulenza e attivazioni sia privati che P.IVA
- abbonamenti  RETE FISSA  con supporto tecnico
- orario continuato e aperto il sabato 10-13 e 15-19
- assistenza post-vendita in loco



31 marzo 2016

Segnalo a tutti gli utenti che il negozio Vodafone di piazza Statuto ha chiuso.
Consiglio, per chi è interessato, di rivolgersi ad altro NEGOZIO / AGENZIA.

Mi scuso personalmente per il disagio.

Le mie foto

Roberto SCILLAMA’